Episode 23: Dialoghi su fede e salute mentale 5° episodio
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Nella quinta puntata della serie dedicata al rapporto tra fede e salute mentale, il pastore e psichiatra Mauro Adragna affronta il caso di Rossella, una donna di 45 anni che lotta contro la depressione. La condizione di Rossella è particolarmente significativa perché rappresenta un'esperienza comune a molti credenti che si trovano intrappolati tra la sofferenza psicologica e la fede. Nonostante Rossella abbia una famiglia amorevole e due figli, si sente vuota e inadeguata, soffre d'insonnia, è tormentata da pensieri cupi e attacchi di panico. Come sua madre prima di lei, Rossella è caduta nella trappola della depressione, ma vive anche un profondo senso di colpa spirituale, sentendosi divisa tra la necessità della terapia farmacologica e la convinzione che una "vera cristiana" dovrebbe superare tutto con la sola preghiera. Il dottor Adragna spiega che la depressione colpisce maggiormente le donne, spesso abituate a caricarsi di pesi superiori alle proprie forze, e nel caso di Rossella, l'inversione dei ruoli sperimentata nell'infanzia con la madre depressa l'ha portata a sviluppare un eccessivo senso di responsabilità. La depressione emerge quando questi meccanismi di compensazione falliscono, diventando "la protesta di chi non ha il coraggio di protestare". Adragna enfatizza che la depressione non è una punizione divina né una mancanza di fede, ma un segnale che qualcosa di più profondo richiede elaborazione. I farmaci aiutano a gestire i sintomi ma non sono risolutivi; la vera guarigione passa attraverso l'accettazione della propria fragilità, la liberazione dai sensi di colpa, la riscoperta dell'amore incondizionato di Dio e l'espressione del dolore represso in un ambiente accogliente. Il pastore sottolinea come la crisi depressiva possa diventare un'opportunità per scoprire più profondamente l'amore di Dio, rompendo l'immagine idealizzata di sé stessi e abbracciando una nuova prospettiva spirituale. La lettera personale con cui conclude l'intervento ricorda a Rossella che la vera forza cristiana non consiste nel negare la debolezza ma nell'accettarla umilmente, poiché "il cristianesimo non è per le persone forti o per quelle che ce la fanno da sole, ma per quelle che dipendono dall'amore e dalla grazia di Dio".
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